Come comportarsi davanti a una sospetta appendicite
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Ancora oggi il punto cardine della diagnosi di appendicite e’ l’esame clinico, ovvero la visita specialistica chirurgica e’ fondamentale.
E’ indispensabile che il professionista sia aggiornato e supportato da Linee Guida, ovvero applichi raccomandazioni di comportamento clinico prodotte attraverso un processo sistematico per decidere le modalità di assistenza più appropiate nella specifica circostanza clinica.
L’esame ecografico viene considerato un completamento della visita nei casi dubbi o dove possa essere indispensabile una diagnosi differenziale così come pure la visita ginecologica con test di gravidanza nelle donne in età fertile e un’ecografia transvaginale che permetta la diagnosi differenziale con affezioni ginecologiche.
Solo in casi selezionati si ricorre alla TC addome, in pazienti in sovrappeso che rendono difficile uno studio ecografico e in pazienti anziani per escludere altre patologie
Gli esami di laboratorio normalmente eseguiti in caso di sospetta appendicite comprendono la conta dei leucociti e la PCR.
Espletati gli esami ,in caso di dolore addominale acuto in fossa iliaca destra si accomanda un intervento laparoscopico come ultimo atto diagnostico e primo atto terapeutico.
In questo caso le Linee Guida dicono che l’impiego della laparoscopia e’ altamente raccomandato nel dolore addominale acuto di diagnosi incerta per la sua accuratezza diagnostica e minor complicanze rispetto alla laparotomia.
Beneficiano maggiormente di questo approccio in particolare i pazienti a maggior rischio di complicanze (anziani e obesi) e le donne in età fertile.
Spesso, in assenza di peritonite, e con un quadro addominale poco chiaro si può mantenere il paziente in osservazione attiva con somministrazione di antibiotici per 24-72 ore. In tali situazioni a volte si assiste a una regressione della sintomatologia tale da non rendere più indicato l’intervento di appendicectomia.