Diverticolite acuta
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Quando e Quale Chirurgia nella diverticolite acuta
Una delle più comuni affezioni addominali, ed una delle cause più frequenti di ricovero ospedaliero in urgenza è la diverticolite.
La diverticolite acuta è definita dal punto di vista clinico da un corredo di sintomi :dolore in fossa iliaca sinistra associato a sindrome settica (febbre, leucocitosi).
Nella maggior parte dei casi si presenta in forma non complicata, ovvero gli esami specifici evidenziano solo l’ ispessimento delle pareti del colon e la disomogeneità del grasso pericolico. In questi casi l’atteggiamento universalmente adottato in prima istanza è basato sul ricovero, digiuno e terapia antibiotica.
COSA FARE DOPO UN EPISODIO DI DIVERTICOLITE
Dopo la risoluzione del fatto acuto, è indicato uno studio del colon per valutare l’estensione della malattia diverticolare mediante colonscopia, clisma opaco a doppio contrasto o colon-TC; quest’ultimo esame offre le migliori informazioni sulla localizzazione dei diverticoli.
Quando interviene il chirurgo
L’intervento chirurgico in elezione viene proposto in base alla frequenti recidive di episodi acuti nonostante la terapia medica o per la presenza di tratti stenotici come esito dei processi infiammatori acuti.
Dopo una valutazione delle condizioni generali del paziente, dell’età e del rischio operatorio si deve intervenire. Oggi anche in urgenza è consolidato l’approccio chirurgico in videolaparoscopia, perchè essendo una tecnica mininvasiva riduce il dolore postoperatorio, la durata del ricovero e nel complesso migliora la qualità di vita.
Nei casi invece di diverticolite acuta complicata, l’intervento chirurgico varierà in base alla gravità del quadro clinico, rifacendosi anche alla stadiazione sec. Hinchey che permette di definire la gravità della complicanza in una delle seguenti classi di:
- stadio 1 ascesso pericolico,
- stadio 2a ascesso distante dal colon, per esempio pelvico,
- stadio2b ascesso complesso, con fistola colo-vescicale, colo-ileale o colo-cutanea, non drenabile per via percutanea,
- stadio 3 peritonite diffusa purulenta,
- stadio 4 peritonite diffusa fecaloide.
Negli stadi Hinchey 1 e 2a le alternative terapeutiche sono la semplice terapia medica o il drenaggio percutaneo.
Nei pazienti di stadio 1 e 2a che non migliorano dopo terapia medica o drenaggio percutaneo, nei pazienti di stadio 2b che non sono drenabili per via percutanea, e nei pazienti in stadio 3, è indicato il trattamento chirurgico.
Una delle rilevanti novità della pratica clinica corrente è l’approccio mininvasivo laparoscopico per il lavaggio/drenaggio peritoneale, evitando il classico percorso terapeutico invasivo della procedura sec. Hartmann (resezione del colon e creazione di una colostomia temporanea e solo a distanza di mesi reintervento di ricanalizzazione)
I chirurghi esperti in videolaparoscopia riescono eventualmente anche a suturare i i piccoli difetti della parete colica o a creare dei patch omentali.
Questo approccio meno invasivo ha dato ottimi risultati riducendo lo stato settico e l’assenza di complicanze di parete frequenti negli interventi di chirurgia tradizionale “open”.
Quando lo stadio della malattia è avanzato è indicato procedere a resezione colica e anche in questo caso sta all’esperienza del chirurgo adottare una tecnica laparoscopica piuttosto della tecnica laparotomica.
Meglio la Laparoscopia
Quando, anche considerando l’età ed il rischio operatorio del paziente, è indicata la sigmoidectomia elettiva, l’approccio laparoscopico riduce il dolore postoperatorio, le necessità antalgiche, la durata del ricovero, la morbilità globale e nel complesso migliora la qualità di vita.