1.1 Cos’è l’ernia inguinale?
Col termine ernia viene indicata la fuoriuscita di un viscere dalla cavità che lo contiene. Quando tale fuoriuscita si verifica a livello della zona inguinale, tra addome e cosce, si è in presenza, appunto, di ernia inguinale: il grasso intra-addominale o una parte dell’intestino (trovando una zona di minore resistenza nella parete inguinale si manifesta come una tumefazione di consistenza e volume vario, con o senza sintomatologia dolorosa) tenue, insinuandosi attraverso un punto debole nella parte bassa dei muscoli addominali, provoca un rigonfiamento, morbido o solido e di colorazione alterata rispetto al resto della pelle (a causa dell’alta capillarizzazione). L’ernia per lo piu’ si sviluppa gradualmente a causa di un ripetuto stress sulla parete.
Due sono le tipologie di ernia inguinale particolarmente diffuse:
- ernia inguinale diretta, tipicamente maschile, causata dalla degenerazione del tessuto connettivo dei muscoli addominali.
- ernia inguinale indiretta, ovvero di natura congenita.
Le ernie inguinali, sia dirette che indirette, solitamente si manifestano maggiormente in posizione eretta e sotto sforzo per poi rientrare da sole o con una lieve pressione quando si e’ supini (spostano avanti e indietro, spontaneamente, lungo il canale inguinale e, spesso, possono essere riposizionate nel ventre con una leggera pressione.)
Quando le ernie sono presenti sia nel lato destro che in quello sinistro si è in presenza di un’ernia inguinale bilaterale.
Ernie inguinali strozzate ed incarcerate
L’ernia inguinale viene definita incarcerata nei casi in cui si blocca nell’inguine o nello scroto e non può essere riposizionata nell’addome. Viene avvertitio un imoportante dolore addominale diffuso accompagnato da malessere generalizzato e vomito.per l’instaurarsi di un quadro di occlusione intestinale con sofferenza del tratto di ansa interessato per necrosi che può risultare letale e necessita quindi di un intervento chirurgico d’urgenza che non sara’ limitato alla sola riparazione dell’ernia.
Ernie inguinali nei bambini
L’ernia inguinale è particolarmente diffusa in età pediatrica: colpisce, infatti, 1 bambino su 100 ed è molto frequente nei maschietti. La fascia più a rischio è quella dei bambini più piccoli, neonati e lattanti. La causa dell’ernia inguinale nei bambini è diversa da quella dell’adulto: è, infatti, legata alla persistenza del canale che consente la discesa del testicolo durante il periodo di gravidanza (dotto peritoneo-vaginale). L’ernia si manifesta con la comparsa di un gonfiore in prossimità della zona inguinale e, spesso, sono proprio i genitori ad accorgersene, lavando il bambino o cambiandogli il pannolino. Una volta fatta la diagnosi occorre operare il bambino, per evitare complicanze come l’intasamento e lo strozzamento. L’intervento è abbastanza semplice: dura, mediamente, 15-20 minuti ed è eseguibile in day-surgery.
Cause: Cosa origina l’ernia inguinale?
Causa dell’ernia inguinale: il graduale cedimento della parete inferiore dei muscoli addominali, dovuto alla concomitanza di più fattori, origina l’ernia inguinale. Improvvise torsioni, strappi muscolari, obesità, sollevamento di oggetti pesanti, aumento di peso, tensione da stitichezza, sedentarietà e tosse cronica sono tra i maggiori fattori di rischio.
Sintomi: Come si manifesta l’ernia inguinale?
Benché in alcune situazioni l’ernia sia asintomatica e si caratterizzi per una limitata manifestazione fisica, generalmente il sintomo principale della patologia è il dolore, di intensità variabile e, di solito, associato a bruciore. Tale dolore si acuisce con lo svolgimento di attività fisica e stando in posizione eretta, mentre tende ad affievolirsi a riposo o in posizione supina: sdraiandosi, infatti, i contenuti fuoriusciti tendono a riprendere la loro ubicazione originaria. I fastidi possono manifestarsi in maniera intensa anche dopo un pasto pesante, in fase di defecazione, durante la salita di scale, portando pesi o tossendo. Altri comunissimi sintomi dell’ernia inguinale sono il gonfiore inguinale e il senso di debolezza o di pressione all’inguine.
Attraverso un’approfondita anamnesi e una visita mirata, il medico è in grado di effettuare la diagnosi: al paziente può essere chiesto di sdraiarsi o di tossire, così da sentire l’ernia e capire come si muove nell’inguine o nello scroto. Il medico, inoltre, verifica se l’ernia può essere delicatamente massaggiata e riportata nella sua corretta posizione.
Cura: Come curare l’ernia inguinale?
Rimedi non chirurgici
La cura dell’ernia inguinale dipende dalla sua gravità, dalla sua posizione, da possibili strozzature, dall’età del soggetto. Ogni ernia ha una sua storia e un suo decorso e, per tale motivo, il consulto medico si rivela indispensabile. Il trattamento è solitamente chirurgico, anche se in passato, per le forme più leggere, veniva adoperata una specifica cinta di contenzione. Rimedi non chirurgici per l’ernia inguinale, quando la patologia non è preoccupante, sono: riposo, specifici esercizi fisici e dieta appropriata (basata su un’alimentazione leggera che non favorisca stipsi e cattiva digestione). Questa terapia, definita ”conservativa”, si associa all’uso di speciali mutande di contenimento.
Farmaci
A livello farmacologico, di solito, vengono prescritti antidolorifici e antinfiammatori, ma si tratta di un aiuto sintomatico, poiché i farmaci per ernia inguinale non curano il disturbo che, salvo controindicazioni, va risolto con un intervento.
Intervento
Una volta formatasi, l’ernia non può più regredire spontaneamente.
Quando operare l’ernia inguinale: se la patologia è a rischio di peggioramento o risulta particolarmente fastidiosa, l’unica soluzione è l’intervento chirurgico. L’operazione viene, generalmente, effettuata in regime di day hospital e in anestesia locale. Dopo qualche giorno il soggetto può riprendere le attività quotidiane.
Il metodo di intervento tradizionale è l’ernioplastica: attraverso una piccola incisione si individua l’ernia e la si ricolloca all’interno dell’addome. La riparazione del punto debole avviene, oggi, tramite il posizionamento di una retina sagomata, non riassorbibile e biocompatibile, che viene ancorata ai muscoli e ai tendini per rinforzare la parete muscolare. Il decorso post-operatorio dell’ernia inguinale è rapido: il paziente può alzarsi, mangiare e camminare subito dopo l’operazione.
Altro metodo è la chirurgia laparoscopica, eseguita in anestesia totale: attraverso piccole incisioni nel basso addome, viene inserito nel paziente un apparecchio laparoscopico (un tubo sottile con una piccola telecamera) che invia ad un monitor un’immagine ingrandita dell’interno del corpo. Il chirurgo, attraverso appositi strumenti e maglie sintetiche, ripara l’ernia. Lo specialista può ritenere la chirurgia laparoscopica non consigliabile se l’ernia inguinale (è molto estesa o) la persona ha subito interventi di chirurgia pelvica. Durante il periodo di convalescenza è consigliata una terapia con antidolorifici. Le attività pesanti e il sollevamento di carichi sono da limitare per varie settimane.
Malgrado sia possibile alzarsi e camminare già il giorno successivo all’intervento, è opportuno attendere una settimana, per prevenire il cedimento della plastica e, di conseguenza, la recidiva; in tal caso, è opportuna una fase di riabilitazione da eseguire a letto attraverso degli esercizi di ginnastica, cambiando spesso posizione per impedire la trombosi nelle grosse vene del bacino.
Specialisti: Chi cura l’ernia inguinale?
Gli specialisti cui rivolgersi per la cura dell’ernia inguinale sono il chirurgo generale,( il chirurgo gastroenterologico e il fisiatra. )
Prevenzione
Particolari conformazioni della regione ombelicale o del canale inguinale possono rendere il soggetto predisposto all’insorgenza dell’ernia, indipendentemente dall’età o dall’attività lavorativa svolta. La debolezza della parete addominale è, spesso, congenita e può essere influenzata dalla mancanza di esercizio fisico. La prevenzione dell’ernia inguinale si basa sul mantenimento di un buon tono muscolare, soprattutto dei muscoli addominali, lombari, obliqui e paravertebrali. E’ importante agire anche sul fattore dieta, scegliere una posizione nel sonno che non prema direttamente sull’ernia, evitare di indossare indumenti e biancheria che potrebbero irritare la protrusione, eliminare fumo e alcol.